Con la primavera alle porte, nonostante le temperatute ancora birichine, mi è venuta voglia di parlare si fiori! Googlando qua e là ho trovato tantissime ricerche che sostengono quanto faccia bene e sia salutare circondarsi di rose&co.
Eccone alcune.
Tra le ultime, quelle dell’università olandese di Wegenigen, che ha rilevato come la semplice azione di donare o ricevere un mazzo di fiori contribuisca sensibilmente a migliorare il tono dell’umore, con ricadute positive su tutto l’organismo. E fin qui, forse, nulla di particolarmente "nuovo".
A proporre uno tra gli studi più completi in materia è stata invece l'università di Harvard. Gli esperti hanno messo in rilievo come la presenza regolare di fiori sul posto di lavoro aiuti a mantenere buoni livelli di energia e a risolvere in modo più pacifico le eventuali controversie. Niente male.
Un'indagine recente dell’università di Pisa ha invece rilevato come l’apporto di antiossidanti fornito dai petali di alcune specie floreali (gradino più altp del podio per il tagete) sia, in vari casi, superiore persino a quello di frutta e verdura. Basta seguire la regola del colore: le migliori proprietà nutraceutiche appartengono ai fiori più pigmentati.
Ma non fa "strano" mangiare i fiori? Non dovrebbe. Ci sono petali che hanno un ottimo sapore: il nasturzio ricorderebbe il ravanello, la begonia il limone e l’ageratum sarebbe simile alla carota.
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