Ho sempre amato il mondo delle essenze. Beh, non proprio sempre. Venti anni orsono iniziai la professione che ad oggi ancora svolgo e mi trovai a che fare, d'improvviso, con piramidi olfattive, note di testa, cuore e coda, stravaganti packaging e nasi famosi. In realtà, qualche tempo dopo, fu l'aromaterapia ad ammaliarmi davvero. Piccole bocettine dai contenuti preziosi, scrigno di effluvi in grado di modulare il benessere psicofisico... lavanda, tea tree, cajeput, rosmarino e ancora rosa, cannella (potente e pericolosa), neroli: se un'essenza ti vuole sa come attrarre la tua attenzione.
Oltre a utilizzarle per i classici vapori, ho iniziato a instillarle nelle creme e, a volte, assumere con la tisana. Le ho veicolate con l'olio da massaggio (l'ultimissimo uscito dal mio "erbario" è quello, prezioso, di elicrisio) per pause relax o energizzanti. E vabbe, anche per qualche doloretto alle ossa delle mani. Insomma in punta di piedi ho preso confidenza con loro, sempre di più, anche con la complicità di un paio di testi autorevoli.
Oltre a utilizzarle per i classici vapori, ho iniziato a instillarle nelle creme e, a volte, assumere con la tisana. Le ho veicolate con l'olio da massaggio (l'ultimissimo uscito dal mio "erbario" è quello, prezioso, di elicrisio) per pause relax o energizzanti. E vabbe, anche per qualche doloretto alle ossa delle mani. Insomma in punta di piedi ho preso confidenza con loro, sempre di più, anche con la complicità di un paio di testi autorevoli.
Questo per me è "spignattare", non se ne vogliano i puristi del termine, sicuramente ben più esperti di me e competenti di fasi, aromi, gomme, miche, conservanti e bilancini.
Io adoro le essenze, pure, nobili, protagoniste... sempre.
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